Roy Paci, instancabile produttore di musica, nonché ineffabile intrattenitore, cerca di inserirsi nel cosiddetto underground con il progetto Corleone. Forte della collaborazione di numerosi musicisti delle più varie origini, Paci lascia in un angolo le suggestioni più facili del proprio repertorio ripescando le istanze del jazz sperimentale che conserva nella sua formazione musicale. Nel suo insieme “Wen-Wu-Wei” appare come un’opera di ricerca venata di infiniti rimandi e le cui sfaccettature guardano a numerose musiche etniche, oltre che a ska, dub, reggae, klezmer e quant’altro.
Si tratta di un vero e proprio tour de force di stili. Sono soprattutto i tempi in levare a scandire il ritmo, ma il reggae rimane in un angolo lasciando il passo a numerosi strumenti a fiato quali tromba, trombone, clarinetto, sax che quasi sempre si sostituiscono alla voce facendosi protagonisti assoluti. In “U riavulicchiu e i ciancianeddei” fa capolino una fisarmonica argentina, mentre “Meglio un bombardìno oggi che bombardino domani” mette in mostra il canto gnawa di Mohamed El Badaui. “Come Live Your Life with Me” è chiaramente influenzata dalla schizofrenia di John Zorn per quanto mostri una certa compostezza e ripeschi un tema di Nino Rota.
Se la prima parte del disco è maggiormente orientata al jazz, la seconda è in effetti più elettronica. Gli stacchi tra un brano e l’altro, sette in totale, affidati a manipolatori di suoni “esterni”, hanno soprattutto la funzione di creare una suspense da film noir per le composizioni vere e proprie. Gli episodi più elettronici sono anche i più bizzarri. “Armoniaca” è una sorta di jam che include, oltre al jazz, uno stacco di tip tap, un cantato ironico e un intermezzo trip-hop. “Tutto diventerà rosso”, forte della presenza di Mike Patton alla voce, è spartito tra chitarre rock e inflessioni rap, con uno stuolo di giocattoli in evidenza e un finale da costa azzurra anni ’60. Ma forse il culmine di eccentricità si raggiunge con l’ultimo brano, un lounge-jazz da colonna sonora cinematografica che assurge a vera e propria sigla.
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La recensione Wei-Wu-Wei di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-08-29 00:00:00
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