Milena MeduDouchette2019 - Trip-Hop, Elettronica, Alternativo

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Parlare di trip hop come unico genere di riferimento sarebbe sbagliato, in “Douchette” ci muoviamo entro un orizzonte ben più ampio, che comprende tanto Bjork quanto Lydia Ainsworth.

Sembra quasi il nome di un dolce francese, ecco perché il suo suono deve aver colpito anche l’autrice, tanto da decidere di intitolarle un ep. “Douchette” è un termine realmente esistente nello slang americano (femminile di "douche", traducibile con l’italianissimo “trucido”), ma è anche un gioco di parole, la crasi tra l’affermazione “do shit” (riferita al non saper fare nulla, ripetuta in continuazione nel ritornello della title track) e il termine francese “Touché” che indica la resa, l’ammissione di colpe.

Quando avevo ascoltato "Leak", mi ero preso la briga di spendere qualche riga a riguardo seppur il primo ep di Milena contenesse esclusivamente due tracce e i suoi relativi remix. Il secondo lavoro ufficiale della producer romana aggiunge tre ulteriori mattoncini nell’immaginario, ormai consolidato, di grande promessa dell’elettronica italiana.

Promessa, certamente, anche se parliamo di una ragazza classe 89 che ha prestato la voce a tanti altri progetti (un esempio fra tanti, il brano “Solitaire” di Lazy Ants). Ecco perché nella recensione precedente mi permisi di scomodare i Beach House: Milena Medù è molto più che una producer, è anche cantante e compositrice dei suoi testi. Parlare di trip hop come unico genere di riferimento sarebbe sbagliato, pur senza scomodare la definizione ambiziosa di dream pop, in “Douchette” ci muoviamo entro un orizzonte ben più ampio, che comprende tanto Bjork quanto Lydia Ainsworth.

Tre tracce ed un ulteriore remix, questa volta dal respiro internazionale, “A tooth for an eye”, curata dal producer francese My.head, che confermano la maestria compositiva di Milena, tanto sul piano dell’architettura sonora quanto su quello lirico.Testi essenziali, e per questo ancora più evocativi, ripetuti come un mantra approfondiscono in maniera ancor più coerente la direzione emo-shoegaze che, fin dagli albori, ha distinto il progetto.

Una piacevolissima riconferma in attesa di un primo vero album ufficiale.

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La recensione Douchette di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-22 15:08:00

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