Il jazz di Mephitis Ensemble è un omaggio alla tradizione popolare di una terra antica e leggendaria
In Irpinia esiste un luogo misterioso, per secoli ritenuto il punto di passaggio dalla vita alla morte; si tratta della Valle d’Ansanto in cui un piccolo laghetto esala gas solforosi, tossici e maleodoranti. Questo spazio, anticamente ritenuto sacro, era caro alla dea Mefite: “colei che sta nel mezzo” fra la vita e la morte. Molte leggende su questa terra, per giunta narrata da Virgilio e Cicerone, hanno alimentato fantasie popolari ed oggi, un ensemble di musicisti ci conduce tra le braccia di Mefite, all’ascolto di una “piccola raccolta di brani mortali”. Il disco è un omaggio alla classicità, al folklore, alla musica jazz in favore di atmosfere pacate e contemplative, misteriose e profonde; è il ritorno ad una dimensione impenetrabile tra la vita e la morte.
Melodie leggere si insinuano nella profondità della terra, tra le radici umide delle piante dove “Il cinghiale” fa la sua tana, mentre la chitarra, il contrabbasso e il sax prendono per mano i pensieri che sgorgano rapidi in superficie. La vita diventa sacra nello stretto legame tra musica, donna e creato in “Xoanon”: la femminilità abbraccia il suono stesso della natura, quando la terra è fertile e feconda. Ma “La Donna Della Mefite” è una creatura pure malefica e ostile, che soffoca le vittime con i pestilenziali effluvi del sottosuolo e si circonda di spiriti infernali, danzando sulle colline, tra grida e lamenti (“Volcano”). Solo la dolce musica della chitarra e del sax, che sembra emergere dal terreno, riconduce l’ascoltatore verso una ritrovata sensibilità.
Il risultato è una musica senza tempo e senza canto, forte e carica di una femminilità antica, inquietante e misteriosa come la terra d'Irpinia.
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La recensione Mephitis Ensemble - Piccola Raccola di Brani Mortali (EP) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-11-10 22:23:50
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