I Pocket Rockets generano suoni principalmente debitori al glam -rock, imperniato su chitarre e distorsioni, in cui si fondono un'urgenza ritmica ereditata da gruppi quali RamonesLed Zeppelin o Motorhead con una componente melodica di derivazione marcatamente '80.
L'ep della formazione ligure, con all'attivo due dischi e rinnovata nella line-up, rispecchia le potenzialità del punk-hardcore melodico. Potenzialità non del tutto messe a fuoco. Non scarseggia infatti una certa dose di riff potenti, suoni corposi e una resa tecnica efficace soprattutto nell'uso della sei corde, ma a tratti depauperato della visceralità degli archetipi ed é difficile definire il menu di "It's only rocket science" originalissimo. Quattro brani che scorrono ricalcando un impianto rock classico, solleticato da qualche spunto interessante, mentre i testi sono scanditi da amore, moto e fanciulle volubili.
"Stranger" esordisce con chitarre aggressive e acidule come yougurt inesorabilmente scaduti, sviluppando poi un ritornello alquanto accattivante. "How does it feel" spicca per un' intro fragorosa che lascia spazio a virtuosismi chitarristici e cori '70, potrebbe tranquillamente essere un estratto dei Darkness o appartenere agli inediti dei G'n'R, gli assoli di chitarra sono veramente notevoli, peccato la voce scivoli talvolta fuori registro. Segue una cover dei Silverhead "Ace Supreme" , in versione personalizzata e superbamente elettrica. La conclusiva "You're in love" risulta il pezzo migliore, con forte appeal pop, suggellato da un piano di derivazione '80.
Nel complesso un lavoro di buon calibro, sebbene lo smalto sia un po' troppo "born in the USA" e ciò nel contempo ne é pregio e limite.
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La recensione It's Only Rocket Science (But I Like It) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-09-02 00:00:00
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