"Il tempo in cui", l'ultima traccia di questo "Blu", oltre ad essere il nostro pezzo preferito del lavoro di Briscoe è anche quello che potrebbe essere utilizzato come ideale "cartina di tornasole" per presentare l'intero ep. Già perché il cantautore sardo, al secolo Andrea Cocco, trapiantato da una vita a Milano ci descrive con "bella" tristezza il suo personalissimo rapporto con la città meneghina. Infatti gli sfondi delle sue canzoni sono, per forza di cose, urbani, anzi proprio metropolitani e presentano sempre dei piccoli affreschi di grande gusto. Brenta Briscoe fa del cantautorato piuttosto classico, chitarra e voce per capirci, venato da qualche intarsio di elettronica molto elegante anche se, talvolta, pecca un po' di autocompiacimento. Se la già citata "Il tempo in cui" è la nostra preferita anche e soprattutto per l'equilibrio del pezzo, in altri momenti di "Blu" il cantautore sardo si "prende delle pause" che potrebbe risultare nocive per un ascoltatore magari un poco distratto. Eppure, osservando le cose da una certa qual distanza, Cocco ha molte cose da dire e riesce a trasmettere bene, anzi benissimo quella sensazione, molto particolare, che abbiamo citato prima, ovvero "bella tristezza". Ecco "Blu" è un lavoro tristemente bello, con qualche inciampo: ma quale tristezza, seppur bella, non è anche fatta di errori in fondo?
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