L'album "Obey to Black" di Brian Burgan, designer ed engineer del suono, è un flusso elettronico auto-prodotto, ibrido e sperimentale, che spazia dal glitch all'ambient con influenze post-rock, UK-garage, dubstep e provenienti dalla techno berlinese. Il disco è stato composto, registrato e missato fra il 2011 e il 2012.
Come una fenice, dalle ceneri di "Ashes", nasce una sorgente musicale ritmata con le voci dell'autore, di Giorgia D’Eraclea (Giorgieness) e di Giuliana Fioretti (G.Punto) in "Obey to black". Lo sguardo si sposta lentamente verso l'alto: l'inquadratura della telecamera disegna una panoramica verticale di 180 gradi fino alle stelle, che forse stanno morendo ("Are the stars dying?") oppure non ancora ("Not yet").
Restando sospesi, alcuni sussurri inoculano un incantesimo infinito pronunciato da un'eterea voce femminile: il sortilegio di "Neverending spell" sembra quasi contenere i semi originari della Billie Eilish di oggi, ormai famosa urbi et orbi. La quiete diventa seducente inquietudine, trasformandosi prima in suspense dell'ignoto e poi in "Wreck". Il rifugio migliore è lasciarsi cullare nella scatola dei ricordi ("Box of Memories") fino a sprofondare nel sogno mistico di un rito pagano sotto la Luna ("Esbat").
Le nove tracce dell'album, che si conclude con l'atmosfera ambientale nordeuropea di "Rokkr", dipingono un bel viaggio elettronico per gli amanti del genere.
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