Un doppio album che comprende una selezione accurata del lavoro di una vita e vale come l'antologia di una grande poetessa contemporanea
Sempre stato totalmente contro il sovrappopolamento musicale, inteso come eccesso di proliferazione e produzione da parte degli artisti. Se osservo ciò che più mi ha convinto della musica nostrana degli ultimi anni si tratta quasi sempre di dischi che hanno avuto gestazioni lentissime, durate anni. È un momento difficile, tesoro, l’ultimo disco di Nada, è uscito lo scorso gennaio per Woodworm e ci stava, credo, lasciar attendere un po’ i fan, perché digerissero l’ultima fatica della cantautrice toscana con il dovuto tempo.
Ma l’intento di questa nuova uscita, Materiale domestico, è lo stesso che potrebbe avere l’antologica delle prime versioni di un poeta importante. Un commovente disco doppio. Parlare di raccolta di demo sarebbe molto riduttivo visto che i brani espongono una completezza che colpisce. Prime versioni scaturite da un archivio di centinaia di ore di musica, una sorta di Wunderkammer, domestica appunto, privata, e che Nada Malanima ha deciso di condividere con il mondo. Ventiquattro brani quindi – di cui quattro inediti – che avvolgono come in un abbraccio un lasso temporale compreso tra il 1986 e il 2019 proposte nelle versioni di registrazione originali.
Per Atlantide di Caltabellota, editore attento e che apprezzo sin dalla sua prima recente apparizione, compare contemporaneamente un'autobiografia omonima, che, per chi ha amato negli anni le parole e la musica di Nada, diventa strumento imprescindibile per comprenderne appieno la reale presenza. E non c’è bisogno di srotolare alcuna apologia a difesa della stessa, tantomeno in una sede come questa. Basta in realtà prendere in mano uno qualunque dei lavori di questi ultimi anni della attuale scena italiana e considerati dalla critica a un buon livello, per scoprire come il lavoro dell’artista toscana sia palese muro portante per la realizzazione artistica di molti giovani talenti attuali.
Ciò che più mi ha stupito di questa raccolta di perle sono gli inediti, di cui alcuni, come il brano Come una roccia, registrati addirittura nel 1995. Ascoltate attentamente il brano e dite, abbiate il coraggio di farlo, se molti di quelli che oggi vengono osannati da pubblico e critica, nel 2019, non scrivano cose che Nada avesse già scritto nel 1995 e che lei, nel tempo, aveva mantenuto addirittura finora taciute e nascoste. Non sicuramente per vergogna, in quanto personalmente si tratta di brani di evidente valore. Ma per pura e semplice scelta.
Dettata dai tempi? Probabilmente. Presa di coscienza questa che fa riflettere sulla relatività temporale delle cose, di come ciò che una volta era visto in un determinato modo, forse non ancora maturo e fin troppo semplice, oggi sia diventato praticamente la regola. Come si dice sempre in questi casi: ai posteri l’ardua sentenza.
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La recensione Materiale domestico di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-11-11 10:13:00
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