Late Innovation s/t 2005 - Punk, Noise, Alternativo

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I Late Innovation probabilmente appartengono a quell'insieme di gruppi che vengono immediatamente arruolati nelle opposte schiere degli adorati o degli inascoltabili. Sono "colpevoli" di avere un approccio intellettuale, prima di tutto, che fatidicamente ispira "Il Sospetto". Mi spiego: in Italia, non appena è chiaro che i contenuti siano non immediatamente fruibili (e per questo bastano un paio di riferimenti poco noti) si viene investiti di un' umida diffidenza, riassumibile nel pensiero: è fumo o arrosto? Dopodichè si viene scandagliati con sofisticate TAC che mirano a scoprire se le motivazioni più profonde siano animate da un intento purissimo, o, all'opposto, parcheggiati da una sana pigrizia mentale nel settore "strani", e lì archiviati.

Lasciamo le italiche sinapsi a strafarsi di pentothal o a consumarsi impegnate sul rebus sole-cuore-amore, perchè io li trovo interessantissimi e "pazzi" nel senso più positivo. E divertenti, assolutamente non pomposi nè paraculi . Nel loro ep " Month of Martember" è come se avessero buttato in un enorme shaker destrutturante Kraftwerk, Sonic Youth, Krisma e un Rocky Horror Picture Show riscritto da Harold Pinter.

Post-punk ma con un gusto teatrale, giocoso. Quasi dispettosi, come un fauno, solleticano e punzecchiano con testi in un ottimo inglese solo apparentemente "easy" ma che cela, nella voce distorta ed effettata, concetti assai poco banali; evocano un immaginario da interno-notte simpaticamente insonne, con luci al neon che aleggiano su un dialogo di eduardiani fantasmi e tormenti interiori, il tutto sottolineato da ritmiche e melodie asimettriche. (E qui mi fermo, prima di finire come il critico di Caro Diario costretto a subire la lettura delle proprie deliranti recensioni cinematografiche).

Mi rendo conto di aver usato immagini più che parole per descriverli:è che la loro musica, oltre che sentire, si vede. Ma, e questo mi piace ancor di più, la parte concettuale non prende mai il sopravvento sulla musica. Bravi. Parodiando l'Amleto di Shakespeare (da cui deriva il nome del loro gruppo): Rosencrantz e Guildenstern sono vivi, stanno bene, e ascoltano i Late Innovation.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-09-19 00:00:00

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