Il primo LP del nuovo progetto di Mattina Menegazzo è un viaggio nello spazio cosmico a bordo della navicella snella e sinuosa del synth pop
Mattia Menegazzo è un artista che ama spaziare tra i generi, sperimentare sonorità diverse e dar vita a progetti su progetti (le band Nemesis ed Evershed prima e ora il progetto solista con il moniker Mått Mūn) permettendo così ai diversi lati della sua creatività eclettica e frenetica di vagare liberi per il mondo, o meglio ancora nello spazio, che fino ad ora sembra uno dei punti fermi di tutti i suoi lavori. Se con la band degli Evershed, infatti, aveva prima esplorato l’eliosfera con “Heliosphere” e l’astrodinamica con “Astrodynamic”, quello che fa con questo suo primo episodio solista sulla lunga distanza, “Cosmography”, è tracciare un’immaginaria mappa sonora che trova la propria essenza nella metafora stessa del viaggio (cosmico ma anche introspettivo).
La geografia astronomica di questo lavoro di Mått Mūn, che segue l’ep “The red room”, è una materia viva e cangiante come vivo e cangiante è l’universo. Abbandonata la più pesante nave spaziale dell’alternative rock graffiante che aveva caratterizzato le sue formazioni precedenti, il nostro sale a bordo della snella e sinuosa navicella del synth pop, che gli permette di librarsi nell’aria leggero, spinto da melodie ipnotiche e sognanti, spesso arrotondate dalla leggiadria del pop (tra tutte segnaliamo le splendide “E-motional” e “Hypersonic”). Le trame del disco nascono e si riproducono tutte dagli strati di sintetizzatori, programmazioni e costruzioni ritmiche elettroniche che caratterizzano il più netto allontanamento di Menegazzo dalla sua passata discografia, sebbene ne sublimi la fragranza Eighties che non mancava, benché in misura minore, nelle precedenti produzioni.
La collaborazione con Andrea Liuzza dell’etichetta Beautiful Losers, che oltre a produrre il disco suona anche le tastiere, contribuisce ad accompagnare Mått Mūn verso panorami musicali internazionali (da sempre caratteristica dell’etichetta di Liuzza), suggellando un lavoro sospeso tra presente e futuro, tra malinconia e allucinazioni oniriche, con dei bei giochi sonori che si fanno apprezzare ascolto dopo ascolto.
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La recensione Cosmography di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-12-22 19:53:22
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