‘Disgelo’ è il primo LP di Makoto Holmberg, al secolo il napoletano Andrea Apicella, ed è una gradita conferma delle ottime impressioni lasciate dai precedenti EP ‘Slow Night’ e ‘No time for Beauty’. Disgelo, sì, ma l’elettronica di Makoto continua ad essere prettamente algida, notturna. Attenzione, non fredda in senso (non)emotivo: le emozioni ci sono eccome, ma arrivano da uno spazio e da un tempo lontano, disgelate ma da un sonno criogenico che è iniziato in un futuro che non c’è più. È l’’hauntology’,l’infestazione della nostalgia per un futuro mai arrivato che il compianto Mark Fisher aveva coniato pensando anche alla dubstep spettrale di Burial e paragonandola ai due decenni precedenti di elettronica. Una sensazione che ritroviamo in Makoto, che proprio con il producer inglese ha in comune l’uso di glitch, linee vocali processate, field recording e brandelli di dialoghi, fruscii e forti riverberazioni che disegnano scenari malinconici a metà fra cyber futuri e passati obliati. Un discorso etereo innervato comunque da synth e ritmiche d’impatto, che a volte si sciolgono in crescendo e progressioni melodiche alla Moderat, aggiungendo al discorso un’inaspettata e vivace vena dance. ‘Disgelo’ è un lavoro non breve e che richiede un po’ di attenzione, ma tenendo insieme momenti da club IDM, atmosfere spettrali e passaggi più destrutturati (’Isolated’), riesce a dire la sua con personalità e stile.
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