Ti sei sporcata l'anima, non si lava più. Il primo brano dell'album Madre Nostra de La Gabbia parla con rabbia e rock a Ilaria ma anche a tutti noi: vi piace essere usati? Il secondo invece è un pezzo punk contro odio e Violenza. La ballad La luna e i falò, poi, è un'intima trasposizione in musica di alcune sensazioni lasciate dall'omonimo romanzo, l'ultimo, di Cesare Pavese: questo potrebbe magari far pensare a una traccia letteraria e noiosa, invece il brano regge benissimo accontentando sia i "lettori" sia gli amanti delle canzoni d'autore. Allo stesso modo il titolo successivo, Memorie di una prostituta, è molto cinematografico e racconta una storia forte.
Anche Ho bisogno è una dimostrazione della capacità della band bolognese di scrivere pezzi avvincenti senza rinunciare a messaggi e contenuti impegnati. Nell'immaginario del gruppo non mancano le fiabe: Agrabah è il nome della città di Aladino. Dal punto di vista dell'ispirazione, della composizione e dell'interpretazione Non esisti e La fine e l'inizio di una vita rappresentano picchi d'intensità molto alti del disco. La Gabbia suona un indie rock niente male ed è composta da: Michele Menichetti (voce, tastiere, pianoforte), Francesco Stefanini (chitarra), Andrea Manni (basso) e Filippo Lambertucci (Batteria, percussioni). La band ha potenza, personalità e cose da dire: ad maiora semper!
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