Un buon disco che presenta atmosfere d'autore in bilico tra country folk e tanto estro creativo
“Bag of seeds” è musica di mare, di lago, di pioggia; un flusso sonoro che procede a onde e che semina folk in giro per il mondo. Sospinto dalle corde di una chitarra e da una voce profonda che scroscia sulla terra come elemento indispensabile della natura, questo album rappresenta la calma serena e idilliaca di un paesaggio liquido. In questo contesto naturalistico, le sonorità ripiegano su sé stesse in un’autocontemplazione tra il meditativo e il narcisistico lievitando a regola d’arte. Ne emerge un piccolo album che semina cuore e buon senso e che esalta la raffinatezza armonica del disegno musicale complessivo. Le canzoni che ascoltiamo, a tratti, escono dalle cupe malinconie del blues per aprirsi al country e al rock, seguendo gli itinerari di un pellegrino inquieto alla ricerca della verità.
“Bag of seeds” è la title track e ci sembra di ascoltare gli esordi di un giovane Beck; la chitarra è insaziabile ed è capace di succhiare il latte del blues e del country senza strappi, con ardore e preziosismi. Segue “Pinch of salt” che punta sull’arma del feeling e ne cava grappoli di note fluenti. “Down by the river” conquista per senso della misura, sobrietà, forza evocativa, pulizia del suono mentre “New sun” è un piccolo capolavoro di songwriting classico, ben fatto. “On a couch” presenta un estro duttile e acutissimo e con “Bluesette” e “For us” si chiude l’album: una borsa piena di semi che sono le sue canzoni, fiori che non possono sfiorire.
Ecco perché questo disco va ascoltato: presenta atmosfere d’autore, parole che rifiutano la poetica dei compromessi e vanno dritte alla verità delle cose in bilico tra country folk e tanto estro creativo.
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La recensione Bag of Seeds di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-02-29 21:04:34
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