I modenesi Pervinka fanno il punto sulla loro produzione dal 2015 al 2019 raccogliendo in questo dischetto, nominato molto semplicemente “Raccolta 2019”, i migliori pezzi usciti in questo arco di tempo. È possibile che la band stia lavorando su del materiale completamente nuovo in vista di un LP ufficiale e quindi propongono qui queste canzoni per salvarle dall’oblio, così come può darsi che questi singoli siano invece diversi punti di partenza che i nostri hanno deciso di porre al vaglio per comprendere la direzione da intraprendere in futuro.
Quello che contraddistingue questa band è sicuramente una scrittura poco lineare, amante dei tempi dispari ma anche della forma canzone e che perciò cerca di tenere insieme costruzioni articolate ed orecchiabilità, arrangiando i brani con suggerimenti pop che ammorbidiscono le pulsioni rock. Particolare attenzione è data soprattutto alle linee di chitarra e alla loro naturale simpatia per gli arpeggi mentre i testi restano sospesi tra la loro attitudine poetica e gli sgambetti che talvolta la metrica burlona fa alle parole, realizzando così liriche ispirate e interessanti che però non sempre riescono ad intrecciarsi con la musica. Il timbro vocale del cantante è particolare, nasale ma anche morbido, eppure non sempre le interpretazioni sono all’altezza degli intenti.
Musicalmente i primi due pezzi del combo (“Profonda” e “Se non tornassi”) sono i più ricchi di idee interessanti ma il brano con la messa a fuoco migliore resta la conclusiva “L’albero di A e B” con le chitarre che conducono, il ritmo che conquista e trascina fino in fondo e la voce che dà la miglior prova di sé.
Se l’intento della band era capire il punto di partenza per un nuovo lavoro sulla lunga distanza, il consiglio è sicuramente di partire da questo brano e lasciarsi andare, perché la stoffa c’è: basta smussare qualche imperfezione e sviluppare meglio le idee più insolite, che qui non mancano, e il gioco è fatto.
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