Un debut album che comincia a mostrare segni di maturità per la band fiorentina, che continua a guardare al passato ma in maniera sempre più moderna
Con “An ice cream man on the moon” (titolo che riprende un verso decisamente singolare tratto dall’altrettanto singolare opening track, “Lasagna”), giungono finalmente al primo lavoro sulla lunga distanza i fiorentini Handshake e confermano tutte le impressioni positive che aveva già embrionalmente suggerito il loro omonimo ep d’esordio del 2017 (in cui svettava su tutte il singolo “Mark”, accompagnato da uno splendido videoclip animato realizzato dall’argentino Gastón Viñas). Il loro primo lavoro mostrava infatti sin da subito la notevole confidenza del trio toscano con costruzioni psichedeliche sguinzagliate da libere jam session e al momento giusto rimesse in riga tramite briglie rock (dalle diverse sfumature), con una scrittura che tentava di fondere idee moderne con un linguaggio vintage, soprattutto quello degli anni ’60 e ’70 (ma inizialmente la band ci riusciva solo a metà, pendendo decisamente di più verso una formula epigonica).
Nel primo episodio sulla lunga distanza invece ritornano certamente i Pink Floyd e si riaffacciano anche i Beatles ma comincia anche ad aggiungersi una frizzante nota di spiccata personalità che si manifesta attraverso arrangiamenti curatissimi e ancor più decisi a sperimentare percorsi atipici scrivendo nuove regole. Lungo le coinvolgenti poetiche triangolari degli Handshake non è raro quindi trovare inaspettate sbandate rap, improvvisazioni vicine al jazz, divertissement (im)pertinenti (come l’intera “egaG” che riprende la precedente “Gage” in modalità reverse), e accurate incursioni nell’elettronica che proiettano gli echi del passato ai giorni nostri. Eppure i dieci brani di “An ice cream man on the moon” scorrono estremamente coerenti, sebbene ricchi di spunti differenti e variegati.
Dovendo scegliere giusto un paio di episodi maggiormente emblematici non si può non citare “Human skills”, con il suo evocativo giro nervoso e i suoi ritmi asmatici che valorizzano splendidamente il testo, e il folle singolo “The importance of being a penguin” che spruzza un po’ di eau de toilette al gusto di jazz sui tessuti evanescenti di rock psichedelico con colorate toppe rap cucite sopra.
“An ice cream man on the moon” conferma insomma il talento e lo spirito libero degli Handshake e merita a nostro avviso più di un ascolto.
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La recensione An Ice Cream Man on the Moon di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-12-31 19:14:00
COMMENTI (1)
L'album uscirà il prossimo 24 gennaio.