20 anni, padovano, è il producer del futuro e ha fatto un disco di beat-tape col quale puoi esercitarti per essere il migliore rapper in città, oppure fare come noi che lo ascoltiamo stand alone e ci divertiamo come pazzi
L’aspetto più sorprendente de “I 49 racconti” di Ernest Hemingway, è il filo che lega i racconti stessi. Non si tratta insomma di una sterile raccolta, pur passando di palo in frasca da un safari in Africa ad una battuta di pesca a Cuba, dal fronte di guerra Italiano alla Parigi d’inizio 900. “ I 49 racconti” riassumono tutta la poetica del premio Pulitzer in un unico volume, No label, l’omonimo album di debutto del giovane producer padovano, compie in piccolo la stessa operazione.
No Label non è il classico album di un produttore, non è un album di strumentali né un’opera pensata per accompagnare uno o più rapper ma un vero e proprio concept. Un viaggio semilucido atto ad approfondire le mutevoli sfaccettature del musicista veneto. Personaggi inaspettati si stagliano lungo il percorso: Barracano, uno skit di Ugo Borghetti, Phra Crookers che rappa.
Il pezzo più canonico, il singolo di punta, è sicuramente L’amore smascella con DOLA, a far da contraltare le produzioni strumentali, l’intro quasi jazzistico di Running out of time e Duke Ellington, la tropicale Yea, le brevissime Lift Simulator e Hoes e la psichedelica Glory Hole. Stiamo forse parlando del Il nuovo Dj Gruff?
Straniante nella sua accezione più positiva, No Label nel paese delle meraviglie.
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La recensione No Label di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-12-13 12:00:00
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