Quattro pezzi per una ventina di minuti di musica che ondeggia tra i contrasti estremi cercando di reggersi in equilibrio tra razionalità e istinto
Quattro pezzi per una ventina di minuti di musica che ondeggia continuamente tra i contrasti estremi cercando di reggersi in equilibrio senza precipitare nel vuoto cosmico. L’ep omonimo dei milanesi Riproduzione Facoltativa si costruisce proprio grazie a questo dualismo e a questo perpetuo movimento tra linee vocali malinconiche e piuttosto lineari, che più volte alitano pop evanescente e soffuso su di un tripudio trepidante e intrepido di chitarre e ritmiche che navigano controvento in mari post-rock.
Se i primissimi momenti di questo ep, con la strofa de “Il verbo”, fanno credere che la band voglia calcare le orme di artisti spoken word come i Massimo Volume, la voce leggera e soffice della cantante incomincia ben presto ad intonare melodie lucide e nettissime mentre tutto intorno i riverberi e le deflagrazioni sonore imperversano con le loro ambientazioni nebbiose. L’impasto non sempre si amalgama alla perfezione (i momenti spoken di inizio disco raggiungevano apici di evocativa emozionalità che nel resto dell’ep viene un po’ annacquata) ma la preoccupazione principale di questa band sembra essere non tanto la descrizione quanto la suggestione sonora, disegnare cioè dei panorami onirici entro cui si possano muovere liberamente le scene intime dei pensieri e delle riflessioni che compongono le liriche.
In questo modo razionalità (della voce) e istinto (della base strumentale) convivono nel perpetuo oscillare che si diceva all’inizio, in cerca di un equilibrio che in futuro si potrà raggiungere, forse, proprio in quello spoken word iniziale di cui abbiamo avuto solo un assaggio.
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La recensione Riproduzione Facoltativa EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-12-07 11:59:07
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