"Television", il concept elettronico di Gaetano Di Mauro.
"Prima di iniziare posso farti una domanda? Cosa vuoi da me?"
Trasmissione, radiodiffusione cominciata. Ci sono i cristalli liquidi, il tubo catodico, il televideo, i telecomandi coi tasti gommosi.
Unificatrice linguistica italiana, la Tv è protagonista di questo strano album di Gaetano Di Mauro. Come si crea un concept di elettronica? Con un'idea molto forte e precisa. Non ci sono le parole, che sono la discriminante per tutti i più celebri concept della musica rock classica, da "Tommy" a "The Lamb Lies Down On Broadway". Il filo pseudo-narrativo viene affidato a una sensazione, che da uditiva viene resa visiva. Sentendo le note che scorrono, ripetitive e fluide, sembrano passarci davanti agli occhi i vari momenti di un palinsesto televisivo. Momenti di eccitazione, molti di quiete noiosa, e poi i passaggi pubblicitari, che, non si sa perchè, sono sempre così interessanti.
Noi siamo lo spettatore, ma il musicista catanese decide lui cosa farci guardare. Ci tocca sorbirci due telegiornali ("Palinsesto" e "In my time"), con le notizie scandite alla velocità dei giri di basso; proviamo a cominciare due telefilm polizieschi ("Ultra Light" e "PP"), ma ci viene cambiato canale due volte dopo la sigla, e ci addormentiamo davanti a un documentario astronomico. La galassia che viene mostrata ha il nome di un fiore, Lampranthus.
Gaetano Di Mauro fa un esperimento parecchio interessante, che trova il suo limite nel legame forte che ha con la parola, non cantata, ma che titola le singole canzoni. Ma se si decide di giocare a questo bel gioco, se ne esce più che soddisfatti, perchè, a parte tutto, la musica è ben fatta. Si sentono i variegati ascolti e le influenze alle spalle. Dal pop sintetico anni '80 all'ambient, ci sono perfino suggestioni che fanno pensare a una colonna sonora. Colonna sonora televisiva, ovviamente.
In questo viaggio nell'etere catodico, finiamo sdraiati sul divano, un po' confusi, con una scatola di cioccolatini quasi vuota accanto al gomito. Ma prima di spegnere tutto per andare finalmente a letto, come una visione, arriva "Turn Off", una sorta di trasognata dichiarazione poetica. Una voce metallica, atonale, racconta una genesi tecnologica. Alla fine arriva la Tv. "Questi atomi, che sono venuti a ballare con me, andranno a ballare altrove. Lascerò lì la mia musica..."
Una buona notte a tutti. Arrivederci.
---
La recensione Television di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-12-26 20:04:49
COMMENTI