Il misterioso cantautore, “migrante da sud a nord”, realizza un secondo disco genuino e ricco di idee personali e interessanti
Il misterioso cantautore che si cela dietro il moniker Il Mio Giardino Prensile giunge al suo secondo lavoro con questo “Semi e contraccolpi”, che segue a distanza di circa quattro anni il precedente capitolo, “Sistema Aperitivo 1.0”. Il nostro si pone nell’attuale mondo discografico con leggerezza e spontaneità, apparentemente mosso dalla pura voglia di non censurare il proprio pensiero personale e diffonderlo con i propri mezzi, sia pure modesti. Il fine ultimo de Il Mio Giardino Prensile non è quindi quello di vendere dischi, fare concerti e raggiungere fama e successo, quanto piuttosto quello di comunicare e comunicarsi, raccontare e raccontarsi.
Con la sua splendida normalità, Il Mio Giardino Prensile sforna quindi le sette nuove canzoni che compongono “Semi e contraccolpi” dando loro lo stesso odore di freschezza e genuinità del pane appena sfornato. I testi si soffermano su esperienze quotidiane e attuali che il nostro interpreta giocando educatamente con il cantautorato italiano, fondendo tra le linee melodiche sfumature classiche (Lucio Battisti, Paolo Conte) con l’eleganza malinconica di Federico Zampaglione e Riccardo Sinigallia fino a giungere a proposte più recenti (Motta su tutti).
Le basi sono appassionatamente casalinghe e capita di incontrare qualche piccola ma altrettanto appassionata imperfezione che rende la proposta ancora più “vera” e sincera. Le costruzioni strumentali, prevalentemente elettroniche, sono rinforzate qua e là dalle chitarre in un intreccio che fonde l’universo sintetico (quello elettronico) con quello analogico (delle chitarre e della voce) producendosi in piccole esperienze musicali che si sciolgono piacevolmente all’ascolto lasciando (cosa affatto scontata) anche diverse idee su cui riflettere, come nella traccia d’apertura, “La fragilità”, che è un elogio alla fragilità maschile e contro il machismo sessista (“il maschio omega è uomo lo stesso”) o “Abito”, sull’apparenza che è “sostanza allucinogena”, o ancora la conclusiva “Amore involontario” che dichiara solennemente “l’amore è chimica, non è volontà”.
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La recensione Semi e contraccolpi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-03-03 13:24:00
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