È sempre bello vedere un ragazzo giovane impegnarsi e cuore nella musica, e Golya Guzman, al secolo Samuele Fricia, risponde sicuramente a questa immagine: Guzman ha scritto le sue prime canzoni a 13 anni, a 18 anni ha già pubblicato due mixtape, e questo secondo capitolo discografico lo vede dividere 13 beat con una corposa serie di featuring, perlopiù con colleghi della scena di Massa-Carrara. Il sound è un discreto campionario trap, con una certa prevalenza del mood pop/trap, per intenderci quello alla Sfera Ebbasta, ma non mancano momenti più scuri, beat minimal e quasi cloud (Cazzo credi, bro?’, ’NEVE’), e c’è anche qualche momento più hip hop . Le produzioni sono tutte a cura dello stesso Golya, e questo è un grosso valore aggiunto che fa perdonare qualche sbavatura, per esempio nell’editing delle voci. Anche il flow di Guzman e compagni si difende bene, con barre spesso più rap che pop/trap (’PUMPKINS’ e qualche buon hook. Insomma, mixtape 2 è un prodotto trap più che dignitoso per essere uno dei primi passi discografici di un rapper giovane, interamente autoprodotto, a cui sicuramente può seguire un prodotto ancora più valido. Il vero problema è che, a qualche anno dall’esplosione della trap italiana, forse raccontare della gang, del successo e dei vestiti inizia a non essere più abbastanza. Di album buoni come questo ce ne sono vari, qualcuno realizzato meglio, molti peggio, pochi su beat prodotti dall’MC e non ci stancheremo di ripetere che questo è un grosso punto a favore; ma per bucare l’attenzione serve una poetica o un sound personale più personale di quello che Guzman sta cacciando fuori per ora.
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