Se uno ama la musica per la capacità, piuttosto rivoluzionaria, di innovare e innervare di nuova linfa l'arte, è chiaro e evidente che davanti ad un disco come Temerari sulle macchine volanti dei Diskanto non è che si strapperebbe i capelli dalla gioia, anzi. Infatti la rock-band di Cremona realizza un lavoro dritto per dritto in cui, praticamente, non si innova niente ma si propone una miscela di rock, ogni tanto hard ogni tanto che vira nel pop di sicuro impatto ma di alcuna carica sovvertitrice dello status quo, almeno parlando di arte. Eppure in pezzi come Odio gli indifferenti o Zep, rispettivamente seconda e quinta traccia del disco nonché le nostre preferite in assoluto, si capisce bene come i Diskanto non siano una band da derubricare in modo facile e immediato come la solita, altra, rock-band. Infatti se dal punto di vista degli arrangiamenti, come abbiamo sottolineato un pochetto prima, siamo davanti a riproposizioni di schemi pregressi (Litfiba e Ligabue su tutti) per quanto concerne i testi non è che sia questo festival della banalità, anzi. Infatti i testi di Temerari sulle macchine volanti non solo sono molto interessanti ma anche, dal punto di vista sintattico e di significato, davvero di alto livello. Ecco, una volta tanto, un rock tutto da leggere piuttosto che (o più che) da ascoltare? Forse sì!
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