Indie-pop alla maniera di Calcutta in un disco semplice, cordiale e che ci fa stare bene
Un disco apparentemente senza capo né coda ma con un comodo centro fatto di canzoncine provenienti da un mondo dove è ancora possibile vivere e scrivere senza l’obbligo di vincere, e dove l’unico slogan conosciuto da tutti è “il pop è vivo, viva il pop”. Ci sono musicisti che non catturano subito l’attenzione perché sembrano fotocopie di altri, perché si crede che non abbiano molto più da dire di quanto non sia stato detto. Molti di questi, è vero, percorrono sentieri già battuti ma lo fanno mantenendone intatta la magia. Si tratta di cantautori abilissimi nel comporre canzoni fragili come grissini, che intercettano melodie orecchiabili, attenendosi rigorosamente al copione. Ma è davvero sempre la stessa storia? Ascoltando Dazio non mancheremo di apprezzare la fresca leggerezza di otto tracce concepite come minuscoli saggi di vita giovanile, a dimostrazione che non tutte le nuove generazioni hanno lo sguardo incollato al telefonino. Sarà pur simile, per certi versi, a Calcutta o Gazzelle, ma la sua musica non fa male al pop; è semplice, cordiale, diretta e ci fa stare bene.
Suoni e testi girano benissimo per tutto l’album; disagio e ironia sono trasformati in ritornelli in grado di abbracciare il mondo. “Come fanno gli animali” è la title track dalla formula inconfondibile: creatività immediata di chi scrive pezzi pop in grado di distribuire, con intelligenza, parole e suoni. Ancora una volta il pop è il punto di partenza e di arrivo in “Carrefour” e “Termosifoni” ritrae l’umanità ordinaria, quasi in bianco e nero, di giovani induriti e sognanti che abitano l’immenso territorio di un mini appartamento. Dallo humor affettuoso, “Satellite” è anche irresistibile per la sua vocazione realista e sentimentale, la stessa che rintracciamo ne “Lo spacco demodè” e “Sono fatto”. Un disco tutto legato a momenti emotivamente incerti, a volte rassicuranti, a volte malinconici, su melodie che scorrono via senza fretta e un attimo dopo sfuggono al ricordo (“Aspettando”, “Tutto da me”).
Come altri meritevoli cantautori della scena indie-pop romana, Dazio è portavoce di una sensibilità capace di portare in dono il suo verbo lieve e profondo, sofferto e immediato, senza eroi.
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La recensione Come fanno gli animali di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-12-26 18:16:49
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