Fooga & Nico
Di muse, di specchi e d'altre assurde storie 2019 - Cantautoriale, Folk, Rock d'autore

Di muse, di specchi e d'altre assurde storie
20/01/2020 - 22:10 Scritto da Gabriele Vollaro

"Di muse, di specchi e d'altre assurde storie", sette ballate poco ispirate.

De Andrè non ha lasciato solo un'identità poetica. Ha anche creato negli anni un suo mondo melodico, schemi compositivi che a volte si ripetevano. Si pensi per esempio alle ballate danzanti della seconda metà degli anni Settanta. Ecco, I Fooga & Nico per il loro nuovo album si sono abbeverati di queste sonorità, mischiandole con forme classiche di folk rock. 7 canzoni, alcune tirate troppo per le lunghe, un timido eco a Faber, e poca ispirazione vera.

In "Di muse, di specchi e d'altre assurde storie" basta ascoltare il primo giro di accordi di ogni traccia per aver già capito dove andranno a parare melodie e arrangiamenti. Tutto troppo prevedibile, e talvolta sconclusionato.

Anche sul fronte delle storie narrate il disco ha un problema di debolezza, come una pasta scotta. E c'è da dire che il titolo fa pure ben sperare; tuttavia le muse non infondono più la giusta ispirazione, passando attraverso lo specchio troviamo un cappellaio poco definito, e di storie assurde non vi è nemmeno l'ombra. O forse sì. Data la fiacchezza generale, si potrebbe dire che in questa mezz'ora di accordi normalissimi, scanditi senza affanno, quello che sentiamo sono solo le ombre di vere canzoni. Pare che i Fooga & Nico si siano tenuti le foto originali e ci abbiano propinato i negativi. Ma purtroppo non basta.

Non basta a farci entrare in mondi che suscitano certamente fascino, ma sono cantati in modo opaco, senza particolari guizzi. La voce roca arranca affaticata, perdendosi in elenchi di letterati e pittori in dilaogo tra loro ("Dillo tu a Modì) o in improbabili tentativi poetici effettivamente poco riusciti ("dammi una penna, posso violentarti l'anima", "un po' confuso sul ring della psiche"). Viene scomodata Saffo, ma per dire che cantava senza un perchè; viene scomodato Lewis Carroll per evocare uno scarno paese delle meraviglie. Tante parole senza un'anima. Tanta musica senza cuore.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.