Purosangue dei Telestar è un album di pop purissimo
Ascoltando la settima traccia di questo Purosangue dei Telestar, Perché non resti, non si può non pensare di avere davanti non soltanto un lavoro musicale in senso lato ma anche una band, nello specifico, pop nel senso più cristallino del termine. Già perché i Telestar con questo nuovo disco dopo un po' di anni di assenza sono tornati, con eleganza e decisione, nel panorama musicale italiano con un lavoro, giustappunto, che non nasconde neppure per un secondo la sua natura pop. Poi certo, così come nella stessa Perché non resti (pezzo molto ma molto bello, fra l'altro), ci sono tante influenze nel lavoro di Empoli: il folk sicuramente, qualche incursione nel dream-pop e, ogni tanto, qualche intarsio di rock. Però come una sorta di perno, su tutto ruota il pop che la fa da padrone.
Un pop cantautorale e elegante, come abbiamo scritto anche prima, che rappresenta per i Telestar una missione abbastanza compiuta: infatti Purosangue è un gran bel disco che, forse nel 2012, sarebbe stato perfetto ma che oggi, finita la confusa stagione dell'itpop, arriva sui nostri scaffali e sulle nostre librerie digitali con un'aurea di grande fascino e quel qualcosa in più. Non sempre tutto funziona nel disco e ci sono alcuni pezzi, specie i primi, in cui si possono ascoltare qualche inciampo. Ma sono sbavature passabili: il lavoro è buono, molto buono e pezzi come Qualcosa è cambiato sono dei grandi pezzi tout court (pure sentiti dal vivo). Anche e soprattutto a livello di scrittura (un Bianconi spogliato da tutti i barocchismi intellettualismi e portato all'essenziale).
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La recensione Purosangue di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-01-09 08:17:56
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