La direzione del secondo album dei romani Game Zero è essenzialmente quella del metal moderno, una formula in cui rientrano tanto elementi ritmici e chitarristici nu metal e groove, quanto industrial (Mark Right ha un approccio vocale vagamente alla Till Lindemann), con una produzione corposa e robusta che enfatizza a mestiere gli arrangiamenti, tutto sommato personali anche se ben inquadrati nelle loro influenze. C’è soprattutto un forte elemento melodico, una netta tensione verso una forma canzone midtempo dall’anima heavy. E’ un aspetto ambiguo del lavoro: ambiguo perché l’orecchiabilità dei refrain, il mood alternative un po’ alla A Perfect Circle di molte melodie (’The Compromise’), è uno dei punti forti dell’album; allo stesso tempo, la ripetizione di certe formule melodiche nelle varie tracce e anche all’interno delle stessa, rischia un po’ di appesantire il discorso e rendere l’ascolto dell’album poco scorrevole, con qualche punta particolarmente debole (la power ballad d’ordinanza ’Lying’). Più accattivanti, a conti fatti, i momenti meno prevedibili come l’ottima strumentale ’The Ghost’ e la sorprendente cover dei Simple Minds, ’Don’t You’, dove si esprime al meglio l’attitudine quasi pop del disco, oppure quelli più aggressivi, ved l’incalzante ’Full Of Nothing’. W.A.R. - We Are Right rimane comunque un album di metal moderno per molti versi superiore rispetto alla media, con un suono credibile e coinvolgente, ma nel complesso c’è spazio per rendere la scrittura e l’economia delle canzoni più ficcante e a fuoco.
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