Pare che a far venire la nevrosi degli animali pericolosi al Libro Del Comando, band della provincia di Bologna dai testi taglienti e le musiche ruvide e corrosive, sia stato un amico un po’ zuccone e di sicuro incosciente che si diverte a cavalcare squali, sparare ai leoni e infilare scorpioni nelle braghe altrui (ce lo raccontano nel testo della title-track e quindi ci crediamo). Probabilmente per questa ragione, in segno di rispetto e sottomissione nei confronti di queste temute bestie, il combo di Castiglione dei Pepoli ha deciso di dedicare proprio agli “Animali pericolosi” il debut album.
Undici tracce (dieci canzoni e una ghost track strumentale di sette minuti a chiudere il lotto) che mettono subito in chiaro le doti della band, la quale compone musiche piuttosto lineari e dirette rinvigorite da arrangiamenti che colgono soluzioni da svariate sfumature di rock (e non solo, come nel caso del valzer rustico e folkeggiante di “Carlotta”) e con liriche ora sarcastiche e ora tormentate con un’attitudine a rendere le parole quasi dei mantra che si ripetono in loop nella testa e spesso vivacemente aizzate da giochi di parole, assonanze e allitterazioni (come “le mere mire del mare” cantate in “Mare mere mire”).
Nella ricca varietà di sfumature di questo disco si nota comunque la formula con la quale si costruiscono le composizioni, che vede la voce risoluta ed energica declamare i versi mentre le chitarre distorte e imbizzarrite si fanno governare solo dalle briglie audaci della sezione ritmica rude e massiccia che trascina con veemenza le sonorità lungo strade non asfaltate che solcano territori rocciosi e impervi. Un esordio decisamente interessante per una band fuori dal comune.
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