"Obliquus Experience", l'apocalisse prog-metal dei Nakbyte.
I Nakbyte si presentano senza troppi filtri. Catastrofe digitale, questo è il significato del loro nome. Infatti ascoltando "Obliquus Experience", Ep di appena venti minuti, sembra di sentire l'audio di un evento davvero catastrofico, quasi apocalittico.
Il trio salentino imbastisce una struttura abbastanza sofisticata e ben suonata, si muove con facilità su tempi dispari e riff di basso, che fanno pensare a un prog metal senza manie di virtuosismo, senza troppi fronzoli. Schietto e diretto, come il messaggio da trasmettere. Gli innesti elettronici riescono a rendere ancora più inquietante l'atmosfera e, dialogando con gli altri strumenti, come in un contrasto, contribuiscono alla creazione dell'impianto concettuale, andando forse a simboleggiare il dissidio tra la forza umana e quella della macchina tecnologica.
In "Revolution" veniamo infatti raggiunti dalla voce di Oreste Lionello, doppiatore di Chaplin ne "Il Grande Dittatore". Il famoso discorso all'umanità è scandito in una lunga traccia che parte piano, con un basso liquido, per poi avere un'esplosione di distorsori; questo saliscendi di intensità continua fino al momento più alto, di maggior pathos; "la libertà non può essere soppressa". Nonostante la frase, colma di speranza, sembra che non ci siano molte possibilità all'orizzonte, per uscire da questa realtà fasulla, da questo sistema opprimente, che ipnotizza senza pietà.
La formula dei Nakbyte funziona, per la schiettezza degli intenti, per le idee veicolate senza alcun tipo di paura, e senza che il tutto risulti macchinoso in nessun modo. Questa sicurezza di base riesce a rendere incisivo un lavoro che non brilla comunque per originalità. Il sapersi vendere bene è una gran dote, e questa ne è una perfetta dimostrazione.
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La recensione Obliquus experience EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-03-01 00:40:08
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