Dev'essere fisicamente appagante suonare questo tipo di musica: muovere la testa come ci ha insegnato papà Heavy metal, offrire occhi chiusi e facce sofferte come faceva zio Grunge, scagliarsi a squarciagola contro il microfono come fa sempre fratello “Nu”. Probabilmente i Mr. Wilson, scendono dal palco assai sudati, stanchi ma, a quel punto, sorridenti, come dopo una terapia d'urto di quelle che ti strappano a forza le tossine dal corpo e ti lasciano lì, svuotato ed euforico. Li immagino vagamente teatrali, a descrivere traiettorie ondulanti con l'aiuto dell'intera postura corporea, totalmente presi (persi?) nei loro accordi magmatici e nelle parole seriose, immagino il batterista, forsennato quanto basta ed epico nei movimenti.
Li immagino adolescenti nelle loro camerette a sballarsi di post-grunge, di Deftones, Kyuss, primi Incubus (chè poi, sono diventati commerciali e che cavolo!), Queen Of The Stone Age, ma anche lo-fi di quello che alla melodia non ci vuole proprio rinunciare, posso trovare qua e là sporadiche infatuazioni per il doom metal (sarò pazzo, ma c'è qualcosina dei My dying bride in questo cd) e, insomma, ci siamo capiti, li immagino innamorati pazzi di una Gibson e del rumore che può produrre, intenti a creare climax da non veder l'ora di far deflagrare.
Immagino che alla domanda “che genere fate” rispondano “crossover”, che poi vuol dire tutto e niente, ma tant'è; mi sembra poi di vederlo, il cantante, immerso nei suoi testi che in qualche modo portano sempre all'inevitabile "male di vivere", talmente difficile da esprimere da dover rimanere nel vago di parole a cui “ognuno può dare una propria interpretazione” (quante volte l'abbiamo sentita questa?).
Comunque immagino che dal vivo siano coinvolgenti e torridi quanto basta e, probabilmente, questo disco sta qui per farli immaginare in quella dimensione, chè da solo va bene solo se quel bendetto crossover lo ami come lo amano loro, altrimenti se la tua tazza di te è un'altra (o altre), lo ascolterai giusto il tempo di immaginarteli, per poi passare ad altro.
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La recensione Mr. Wilson di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-11-02 00:00:00
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