Anni Novanta. Maledetti anni Novanta. Non ci siamo ancora ripresi da voi, tanto che continuiamo a desiderarvi presenti, incessantemente. Non possiamo farci niente, vogliamo che continuiate a perseguitarci...
Band che si ispirano alle sonorità di quella splendida decade non mancano, in Italia come all'estero. Band che prendono gli anni d'oro del grunge di Seattle e lo ribaltano, rimodellano in modo personale. Ecco, gli About the White, con il loro EP di debutto, hanno mancato questo ultimo passaggio, perche sembra proprio di sentire una cover band dei Pearl Jam alle prese con alcune tracce scartate durante le sessioni di registrazione di "Yeld" o "Binaural".
Non si tratta semplicemente di ispirazione; c'è una totale imitazione, soprattutto sulla voce. Luca Praino, cantante del gruppo, scimmiotta Eddie Vedder sul timbro, sul piglio, sui tipici giochi melodici che caratterizzano il frontman dei PJ.
Manca senza dubbio ispirazione, non c'è nulla di nuovo; è tutto un riproporre, quasi pedissequamente, ma in tinte opache e poco convincenti, delle sonorità che in poco tempo sono passate di moda e hanno perso smalto (20 anni fa). Ed a mancare è anche la cattiveria, i breakdown potenti, quelli che fanno sbattere la testa senza pietà. Suvvia, un po' di cazzimma rock!
Inoltre sette dei ventisei minuti di durata di "Behind the light" sono occupati da una traccia che racchiude, una via l'altra, come in un medley, due cover: "Bohemian Like You" e "Jumpin' Jack Flash". E questo è proprio inspiegabile, prima di tutto perchè le due canzoni non sono mescolate insieme (cosa più che fattibile data la loro somiglianza), e poi perchè sono totalmente estranee a tutto il resto. Direbbe qualcuno: "E che c'azzecca?"
Sperando sia stato un abbaglio, aspettiamo gli About the White tra qualche anno, con meno vincoli e più coraggio.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.