Un disco intimo e autobiografico
I 373°K sono una band lombarda attiva dal 2008 con all'attivo due pubblicazioni (Spiriti Bollenti del 2011 e Lontano del 2013). Dopo sette anni di silenzio arriva Capovalle, nuovo lavoro di pop rock d'autore che ha visto la sua genesi durante la lunga pausa della band.
L'idea alla base è tutta di Mattia Milesi, autore dei testi e della musica. Il titolo richiama il nome di una contrada di Roncobello, paesino di poco più di quattrocento anime. Anche il disco è stato registrato tutto in loco, per cercare di ricogliere le atmosfere e le sensazioni che avevano portato alla sua fase creativa. Per tutta questa serie di motivi, si tratta di un album parecchio autobiografico che ha poco a che fare con il sound giovanile dei primi lavori. Le influenze non sono cambiate (si va sempre verso i classiconi come Timoria e Ligabue in primis), ma in queste dieci tracce si può apprezzare una certa maturità dei testi, specialmente quando la melodia si ammorbidisce ("Come nel vento" e "Con la tua rabbia", nonostante abbiano l' incipit identico ci sono giorni in cui...). Altro bel pezzo costruito con il piano è Principe, probabilmente il migliore del disco, sintesi perfetta del quadro artistico e del messaggio che porta l'album. Ci sono poi le sfuriate evitabili come ad esempio "Brucia la città", che si inseriscono abbastanza prepotentemente all'interno di una tracklist che ne farebbe volentieri a meno.
Capovalle è un lavoro con parecchi passaggi a vuoto, ma quando la band alza l'asticella delle melodie e dei testi è davvero un prodotto apprezzabile. Le immagini che prova a restituire sono quelle di una realtà di paese vera, con la regina noia che è al tempo stesso croce e delizia, sofferenza e dipendenza dalla quale non ci si può allontanare.
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La recensione Capovalle di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-04-11 09:35:12
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