Canterò di Paolo Jannacci, disco nel quale è inserito la sanremese Voglio Parlarti Adesso, è uno splendido album di un tempo passato e più passa il tempo più migliora. Tuttavia questa frase, che ci rendiamo conto essere abbastanza enigmatica, va motivato: e noi siamo qui per questo. Canterò è infatti un disco che, occorre affermalo subito, è suonato letteralmente da dio. Paolo Jannacci infatti non soltanto è un fine musicista di lungo, lunghissimo corso (ha affiancato il padre, praticamente fin da bambino) ma si sente praticamente in ogni pezzo il suo tocco illuminato. Peccato solo che questo tocco illuminato non si possa ascoltare in egual misura in tutti i pezzi del suo lavoro.
Facciamo un esempio. Troppo vintage, il secondo pezzo, già a cominciare dal titolo non funziona granché bene: l'arrangiamento troppo catchy e la tonalità scelta da Jannacci, davvero molto alta, non si sposa granché bene con la parte di J-Ax, che davvero pare essere una sorta di alieno catapultato in questo. Discorso similare anche per E allora...concerto, nona traccia dell'album in questione.
Altro discorso, ma veramente agli antipodi, per canzoni come Cose semplici, in cui Jannacci ritorna nel suo alveo più naturale, ovvero quello del jazz venato di pop ma anche in Pizza, la sesta traccia, nonché la nostra preferita, ecco tutta l'energia, la simpatia e la profonda umanità di Paolo Jannacci venire fuori, fuori con forza.
Perciò, nonostante alcuni passi falsi, anche il singolone sanremese, pur apprezzando il tema non ci ha proprio convinto appieno, Canterò quindi è un bel disco, suonato bene, anzi benissimo e che suona tanto meglio più si allontana dalle mode, più rifugge dagli schemi radiofonici e marca visita al mainstream. Paolo Jannacci è un musicista troppo bravo, simpatico e esperto per essere come tutti gli altri: basta essere lui, completamente lui, ovvero Paolo figlio di Enzo, e a noi basta e avanza.
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