“Cozzilla”, però è anche il nuovo album della band milanese gli Hairy Mussels
Nel 1977 nei cinema italiani arriva Godzilla. È a colori, ha una nuova colonna sonora, vengono aggiunte scene tratte anche da documentari di guerra e dialoghi rifatti da zero. Dimostra di essere una versione assai diversa rispetto a quella originale della Toho del 1954, tanto da essere considerato un film seppur non originale, di sicuro unico nella tradizione di Godzilla, frutto della visione di Luigi Cozzi, il quale decise di ricolorare la pellicola, rendendola da bianco e nero a colori, conosciuta tra gli appassionati con il titoli di Cozzilla.
“Cozzilla”, però è anche il nuovo album della band milanese gli Hairy Mussels.
Un album dallo spirito punk, schitarrate, ritmi serrati, sound alternative e distorsione elettronica. Amplificatori e voci, il tutto miscelato all'interno di un frullatore a immersione sonoro. Il rock che si incatena al punk e si immerge nel sound della batteria, della chitarra e del basso del gruppo.
L'album appare dal sapore internazionale, testi in inglese che alternano momenti di aggressiva critica sociale, ad un’introspezione psichedelica, sette brani un unico filo conduttore, il leitmotiv è il medesimo: suoni cupi, ma al contempo energici. L’effetto finale è a metà strada tra la psichedelia anni '70 e l'allucinazione.
Gli Hairy Mussels prevedono stati alterati di coscienza con la capacità di espandere la coscienza.
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La recensione Cozzilla di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-03-09 17:03:50
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