L'esordio dei The Wrong Way, gente che suona.
C'è una certezza. Forte. I The Wrong Way suonano bene. Molto. Si divertono, giocano con il ritmo e il groove, e hanno padronanza tecnica non indifferente. Fanno tra l'altro una cosa non usualissima, soprattutto oggi: tengono al centro dell'impianto sonoro, come vero protagonista, il basso. Lui detta le regole, con giri arzigogolati e prog, dialogando alla grande con la batteria su tempi spesso dispari (altra cosa apprezzabile e rara).
Ci si muove con grande piacere tra le note di "It's too late for the right way"; è un disco che scorre bene, complesso ma non sborone, un pochino scolastico. Laddove però le strumentali hanno guizzi non indifferenti, la pecca sta sulla voce, che non sembra essere all'altezza; non ci fa godere fino in fondo dei testi, ironici e brillanti, tra salsicce e compratori di iguane anticonformisti. Troppa timidezza, e non poche imprecisioni (anche sulla pronuncia dell'inglese), che emergono parecchio, grazie (o a causa) dell'alto livello dei musicisti.
Loro sono bravi, lo si è detto; il disco fila, e si è detto pure questo. Ma. Alla fine dell'ascolto sembra esserci un "ma" dietro l'angolo. Rimane una voglia. Cosa è mancato? C'è la sensazione che l'album non sia del tutto completo. Come se si fosse rimasti in una lunga intro (di qualità, è chiaro). Una lunga intro, ben fatta, che però non sfocia nell'idea, quella col la I maiuscola; quella che porta all'emozione.
Manca un quid, una scintilla. E questa mancanza lascia il lavoro in una dimensione un po' fumosa. Forse deve ancora arrivare del tutto la maturità artistica, fatto sta che i The Wrong Way potrebbero diventare qualcosa di grosso.
Direbbe un grande, ad avercene di gente che suona così.
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La recensione It's too late for the right way di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-02-24 23:17:04
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