Come ogni anno, anche questa volta l’inverno è ormai agli sgoccioli e la rinascita primaverile imminente. E anche quest’anno i timidi calori della primavera si trasformeranno nella calda esplosione di energia e vita dell’estate. Ah, l’estate! Mesi ricchi di buoni propositi, incontri, progetti, viaggi. I giorni sembrano susseguirsi senza intoppi, fino al momento in cui ti svegli in un fine settimana di metà agosto, e ti sembra che un sottile ma impenetrabile velo di malinconia abbia ricoperto ogni cosa. La città sembra deserta, l’asfalto reduce da un acquazzone notturno manda il suo caratteristico profumo bagnato, e tutto sembra un po’ più senza senso.
Ecco, quella qui sopra mi sembra essere una buona descrizione del mood che domina nell’esordio dei Plaza Sempione, “Pochi ma vuoti”: malinconia, come già scritto, lievi amarezze e rimpianti, indecisioni e dubbi, certezze poche e sempre precarie Le storie raccontate sono spaccati di tardo-adolescenze che faticano ad andarsene e fatichiamo ad archiviare, la musica è un riuscito equilibrio tra le sonorità emo melodiche alla Generic Animal e il piglio indie dei primi Arctic Monkyes, presi nei loro momenti più riflessivi e introspettivi; il tutto pervaso da un efficace gusto pop che contribuisce a mantenere alta l’attenzione nel corso dell’ascolto.
I Plaza Sempione riescono, con“Pochi ma vuoti”, a creare un piccolo compendio di struggimento urbano, perfetto per quei momenti in cui si ha necessità di fare quattro passi in solitudine con gli auricolari nelle orecchie.
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