La rivisitazione veneta dei Pan del Diavolo
Non conoscevo gli Smako Acustico, non avendo mai ascoltato un loro album non ho un termine di paragone completo per poter inquadrare il loro percorso. Leggendo la bio, ho scoperto della loro storia quasi ventennale che li ha portati a suonare in giro per l’Europa, probabilmente, mossi dallo spirito da butei veneti che anima le loro canzoni più che da un buon booking.
Mea culpa, mi sarei appassionato del trio veneto anche anni or sono. Dall’apertura dell’album mi aspettavo qualcosa di simile a un featuring tra i Psychic Ills e Kid Rock rielaborato in chiave busker, nulla di più sbagliato. O meglio, sfumature ai limiti dello stoner e mood da cowboy sono piloni portanti dell’architettura musicale del lavoto che però evolve in una direzione completamente diversa. Le voci, armonizzate all’unisono (ben riscontrabili sul finale di Re del mondo), rimandano al rock d’impostazione cantautoriale dei Bastard Sons Of Dioniso movimento da testi paradossali e ai limiti del sarcastico à la Elio e le storie tese. Ma, da I rami a Min Kyung passando per I Barbari, il termine di paragone più prossimo sono una delle mie band preferite, i Pan del Diavolo: un folk sbraitato e perfettamente calato nella dimensione italiana cui riff di chitarra non possono che farci battere il piede.
Un power trio che fa power folk\country\busking? Poco importa, Il cartello, il terzo album degli Smako Acustico è una prova convincente e divertente.
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La recensione Il Cartello di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-03-03 12:13:00
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