I membri di The Murgen, commentando una precedente recensione di Rockit, hanno spiegato che si immaginano come "demiurghi" del popolo della musica, artigiani liberi e alternativi. Di sicuro il loro industrial dark non è schiavo delle regole del mercato: la band lombarda è formata da voce, chitarre, tastiere & "sound machines", basso e batteria. Educational Hazard è un album che fa rabbia e sangue, a partire dal principio, ovvero dal primo pezzo Blood: la potenza sonora, infatti, spinge a spaccare tutto e rende difficile rinunciare alla voglia di sfogarsi; l'ascolto di brani come Vogue e Where is me costringe perlomeno ad agitare la testa, se non il corpo.
Con Chemical Hope si entra in un videogioco rock impazzito, Ashes stende un tappeto di cenere nell'oscurità, le tracce In my mouth, Harmacy e Deep Throat sono attraversate da una sporca sensualità. Il sonno di Sleep è un martello pneumatico che pulsa dentro e fuori la testa, mentre l'elettricità di Cannibal Flower fa godere prima della fine, che arriva inesorabile e scatenata con Be a good boy. Gli strumenti sono agili e possenti, la voce è graffiante ed eclettica, gli arrangiamenti non annoiano mai: il gruppo, artefice di un'opera ben congeniata, è indubbiamente dotato di grandi capacità creative che gli consentono di dominare il tempo e dare vita a nuove realtà; d'altra parte queste sono tutte caratteristiche contemplate tra i significati e le etimologie del loro nome inventato.
Il disco Educational Hazard, composto da 11 pezzi intensi e corposi, potrebbe certamente trovare riscontri all'estero, nel suo genere. La lingua inglese sembra la dimensione naturale della band e, in effetti, la padronanza è totale ma non si può fare a meno di notare che una produzione in italiano, con questi suoni e con questa identità artistica, costituirebbe praticamente un unicum nel panorama del nostro Paese e avrebbe un potenziale dirompente, a patto di mantenere un'assoluta originalità nella scrittura e nella composizione. The Murgen, siete pronti per la rivoluzione?
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