Firmare con l'Undamento davanti ad una raclette e sfornare album fuori di testa
Ginevra è la città dove, durante la prima guerra mondiala, artisti provenienti da tutte le nazioni si ritirarono per trovare riparo dal grande conflitto. Dall’incontro tra questi profughi illuminati, nei circoli degli intellettuali elvetici, nasce il Dadaismo, la prima forma d’arte a porre l’accento sul gesto ancor più che sull’opera. Non è vero, era Zurigo, ma Ginevra è la città dove quest’aristocratico scapestrato dedito alla bella vita si è laureato in performance art, studi che, senza ombra di dubbio, ne hanno influenzato la produzione.
Vittorio Alfieri dell’r’n’b.
Drinks Alchemici, il terzo ep del producer svizzero-americano, stordisce come una dose eccessiva di spirulina. Negli antichi riti pagani indossare una maschera serviva a dar sfogo alla nostra vera essenza. Tatum Rush è l’alterego sciamanico di Giordano, l’intrattenitore musicale 2.0. di un moderno party alla Eyes Wide Shut.
Il primo lavoro in lingua italiana di Tatum consta di quattro tracce: Spettri, apertura che denota le sonorità principali del disco, un r’n’b dai toni decisamente dionisiaci, Chimera un inno all’opulenza della decade più peccaminosa, gli anni 80. Nancy Deluxe, musa ispiratrice del produttore, presta la voce in Omega. Chiude l’ep Barbarella, canzone omonima del film di Roger Vadim, da cui Tatum ha preso spunto colpito dalla visione di una Tesla tra gli ulivi della Provenza in un immaginario remake della pellicola girato da Jean-Luc Godard. Perversamente contorto. Nouvelle Vague.
Una piccola opera capace di donare una sferzata di freschezza ai generi desueti, ma molto ricercati (e forse proprio per questo nobili), della tradizione black (oltre all’R’n’b, il Jazz ed il soul) in un unicum di derivazione ambient. Come Immanuel Casto che interpreta Ainè.
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La recensione Drinks Alchemici di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-02-28 17:35:00
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