Cinque brani nebulosi si diffondono leggiadri a partire dalle atmosfere dilatate ed eteree del primo ed eponimo lavoro degli Ex Girls, combo morbidamente shoegaze dalle venature dream pop e slow core nato solo l’anno scorso e formato da Francesco Brancato, Francesco Negri e Simone Bertuccio. Attraverso la foschia sognante delle chitarre e le pulsazioni ritmiche della batteria, il trio lombardo filtra la luce emanata dalle melodie malinconiche della voce sommersa sotto strati di suoni dipingendo quadri dalle tinte pastello che prendono vita sinuosamente tra il pulviscolo e la nebbia.
Il panorama onirico dei nostri si spalanca già con l’opening track, “Lost future”, che assembla tutti gli ingredienti che si ripropongono lungo l’intero dischetto, dalla voce sussurrata à la Jesus and May Chain (quelli dei momenti più delicati di “Psychocandy”) che volteggia come un fantasma tra gli strati delle chitarre (le quali sfoggiano la propria libera interpretazione delle seicorde degli Slowdive o quelle più oblique dei Sonic Youth) e le linee robuste del basso, massiccia colonna vertebrale delle composizioni. Il ruolo di primo piano però lo guadagna ben presto la batteria, che non si limita mai al solo ruolo ritmico ed esprime la propria inquietudine tanto nei momenti più potenti (“Short time delay”) quanto in quelli più tenui (“39 times”).
Sebbene si distacchi ancora poco dalle più note proposte del genere, l’esordio degli Ex Girls è un ottimo primo passo che fa ben sperare per le evoluzioni future della band.
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