Ascolti Dea Bendata e capisci di essere nel posto giusto. Quasi come se fossimo in balia di un dolce incantamento infatti, l'ep degli Hatha ci ha fatto, letteralmente, volare nello spazio e nel tempo, cullati da un nu-jazz che, al contrario di tanti, troppi esempi, questa volta è non soltanto stile ma anche sostanza, musica suonata, suonata benissimo e suggestioni, giustappunto, magiche.
La band brianzola riesce in questo ep a fondere la tradizione jazz (vi sono alcune parti davvero tradizionali, nel senso più alto e nobile del termine) con le istanze più contemporanee del nu-jazz e con alcune sortite nel soul se non proprio nella fusion che ci hanno realmente emozionato. Tuttavia qui occorre fare un distinguo, un distinguo importante e capitale per comprendere meglio il valore dell'ep.
Questa non è musica fané ma è uno slancio verso il futuro con proprietà divinatorie. Tanto è vero che gli Hatha costruiscono un loro discorso personale, anzi personalissimo e in pezzi come Dea Bendata ci regalano non soltanto momenti di musica di grande stile ma anche e soprattutto di sostanza indicibile, con quella batteria che ci detta il tempo neppure fosse il mulino, celeste e fatale, Amleto. Una band eccezionale quindi quella di Monza che ci ha colpito, stregato e di cui siamo già follemente innamorati. Ora scusateci ma sentiamo già aria di primavera, forse di estate, anzi proprio di sogno di mezz'estate grazie a queste canzoni.
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