Alberto Nemo abbandona, per il momento, le atmosfere più dark e gotiche per la pop-chamber-music
Ormai Alberto Nemo lo conoscete, anche grazie a Rockit, per le svariate recensioni dei suoi lavori che abbiamo realizzato nel corso di questi mesi. Eppure, per questo nuovo disco, Tricromia (Vol.1), è come se si partisse da zero. Nemo è una sicurezza in quanto a studio della voce e della vocalità, su tale aspetto non si può avere alcun dubbio ma a questo giro fa un passo decisamente in avanti. O, forse, di lato. Già perché alle classiche sue atmosfere gotiche, o comunque dark, si passa a un mood più intimista e intimo, quasi una sorta di musica da camera. E proprio di chamber-pop-music si può parlare per le cover contenute in questo disco, cover tra l'altro di pezzi molto famosi.
Prendiamo per esempio Luce, la terza traccia di Tricromia (Vol.1): ecco il pezzo originario di Elisa, presentato qualche Sanremo fa, viene come scarnificato e riportato alla sua essenza. Piano e voce, poco altro, in cui Alberto Nemo carica in maniera molto decisa sul lato dell'interpretazione, anche in chiave passionale e drammatica. Possiamo capire che ad alcuni, forse a tanti, una simile chiave interpretativa potrebbe risultare quasi stordente ma invitiamo anche i più scettici a proseguire nell'ascolto. Già perché al netto di qualche cover meno riuscita delle altre, come al solito, Nemo pone sempre in alto l'asticella della qualità. E in un mondo, anche musicale ahnoi, in cui la mediocrità regna, è sempre una bella notizia.
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La recensione Tricromia (Vol.1) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-03-05 08:11:51
COMMENTI (1)
Grande Alberto.