Sacka in russo significa "retino per farfalle". Ma in Piemonte questa parola sta per progressive rock di qualità cantato in italiano. Quello in questione è il disco di debutto per i cinque torinesi, ma presenta una band ben coesa e con un repertorio che pur richiamando alla mente i soliti mostri sacri del progressive a cavallo fra gli anni ’60 e ’70 (soprattutto i King Crimson), non manca di offrire all'ascoltatore delle vorticose cavalcate come "Amici (il dubbio)" che lo terranno incollato alla poltrona in ascolto. Nel disco ad ogni brano musicale funge da contraltare una poesia: l'intento è quello di descrivere una notte di sogni, da prima di dormire al risveglio finale. Il risultato è però quello di una frammentazione eccessiva del percorso musicale, non permettendo che si crei un discorso coerente, riducendo di fatto il coinvolgimento e l'effetto dei brani. Va pur detto che gli appassionati di prog-rock amano molto le atmosfere rarefatte ed i tempi dilatati, per cui quello che io addito come un difetto, ad alttri potrà sembrare un ulteriore pregio che arricchisce ulteriormente un disco comunque già valido.
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La recensione Lontano nel tempo (se possibile) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-09-11 00:00:00
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