Cardo lo conosco, Cardo ha acceso i riflettori su quella che è la musica cult pop italiana, smuovendo le masse e il pensiero critico. Cardo poi è legato alle sue origini e alle sue radici. Paradossale come sia proprio io a dover commentare un progetto che conosco piuttosto bene sul quale ho anche puntato, felice di ricevere questa responsablità e allora si inizia con "Un amaro, grazie", l'ep di Mirko.
Il mini album è composto da cinque canzoni, un rimando di malinconia, di serie tv anni '80, vacanze romane, vacanze italiane. Si ispira al passato ma con lo sguardo fisso sul presente, evocando le atmosfere dei mondiali del ’90, delle vecchie canzoni alla radio, dei lettori CD portatili, l'ep viaggia all'interno dei film cult,. Di chi è alla soglia dei trent'anni, ma guarda ancora la televisione e aspetta di andare all'estero, disincantato, ma poi "dai portami al mare, fammi sognare".
"Un amaro, grazie" è narrazione, quella che scende nel particolare, che fotografa il dettaglio, che ne ha cura, che racconta storie d'amore e di vita attraverso le chitarre e il suo pop rock cantautorale.
Cardo lo trovi, come te, seduto al bancone del bar ad aspettare il suo amaro, nella quotidianità fatta di piccoli gesti.
Cardo mi devi ancora un amaro, grazie.
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