Gulino
Urlo Gigante 2020 -

Urlo Gigante
09/03/2020 - 14:30 Scritto da Vittorio Comand

Il debutto solista della voce dei Marta sui Tubi racconta le sorprese della vita domestica, flirtando con l'elettronica e con il pop.

Da quando i Marta sui Tubi si sono presi una pausa, Giovanni Gulino non ha mai smesso di scrivere, comporre e, soprattutto, cantare. Dopo tanti anni assieme a Ivan Paolini e Carmelo Pipitone, Gulino offre una visione molto introspettiva della propria realtà, uno spaccato di quello che è stato il centro della sua vita negli ultimi anni - ossia la sua famiglia - nel suo esordio Urlo Gigante. Si tratta di un lavoro ponderato, intimo e personale, in cui le tracce più pregevoli prendono pieghe inaspettate. Dall'Albergo a ore in cui il jazz e il teatro della strofe si incontrano con il confortevole pop del ritornello al rabbioso elettro-rock di Sto, senza dimenticare lo splendente duetto con Veronica Lucchesi de La rappresentante di lista in Lasciarsi insieme, Gulino si muove agilmente nelle pieghe delle sue melodie mentre scosta le tende di casa sua, così da permetterci di poter sbirciare la sua quotidianità.

Urlo Gigante è il tentativo di trovare una propria direzione e di scostarsi dall'ingombrante passato dei MsT, snodandosi fra impulsi elettronici e il prezioso pianoforte di Andrea Manzoni. Al centro permane la voce di Gulino, capace di svolazzare delicata per poi esplodere imponente da un momento all'altro (con tanto di scat di dalliana memoria in Fammi ridere). L'eredità dei MsT non manca di emergere in alcuni momenti, con la chitarra di Pipitone spesso presente, ma la percezione è che ci sia dietro un bisogno fisiologico di prendere le distanze per esplorare una giungla musicale variegata. Questo è la croce e delizia del disco: da un lato la versatilità del cantante siciliano gli permette di seguire molti spunti differenti tra loro, dall'altro tutta queste direzioni disorientano e non danno una vera identità a questo Urlo Gigante, in bilico fra sperimentazioni elettroniche e ammiccamenti radiofonici. Ciò non toglie che si tratti di un debutto positivo, ben curato nella produzione e che mette in risalto il talento vocale di Gulino, spesso sottovalutato.

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