Il trio romano esordisce con un disco da ascoltare ma anche da ballare e soprattutto da riascoltare e ballare ancora
Prendendo in prestito il nome del “mostro immortale” di una pellicola dell’orrore di fine anni 50 diretta da Riccardo Freda, i romani Caltiki esordiscono con “Amazzoni”, un lavoro su lunga distanza dedicato all’amore, quello travolgente, sensuale, che sconvolge i sensi e a volte fa sbandare fino a sfondare il guardrail dell’autostrada della razionalità facendo finire dritti nell’oceano del puro istinto.
Ciascuna delle dieci canzoni che compongono questo lavoro porta il nome di una donna e tutte le protagoniste rappresentano un collage di esperienze vissute e desideri proibiti degli elementi della band. Più che le liriche, che comunque sono sempre ispirate e ricche di immagini che restano impresse, quello che sorprende sin dal primo ascolto di questo lavoro è la capacità dello scatenato trio di riproporre più che credibilmente sonorità del passato in un disco genuino e ricco di canzoni che sembra di conoscere da sempre quasi fossero già dei grandi classici.
Il punto d’equilibrio di questi brani si trova laddove idealmente si intersecano i primi episodi delle Vibrazioni, Lucio Battisti degli anni d’oro, The Rokes e The Hives, con suoni meravigliosamente graffianti e sinceri (anche grazie alla strumentazione vintage utilizzata nelle registrazioni) che pogano tra di loro dando vita ad un’esplosiva e adrenalinica miscela di beat, rockabilly, garage rock e cantautorato davvero azzeccata.
Un disco da ascoltare ma anche da ballare e soprattutto da riascoltare e ballare ancora.
---
La recensione AMAZZONI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-03-13 00:00:00
COMMENTI