Outsider
Waiting Inside 2005 - Rock

Waiting Inside

I sarzanesi Outsider sono bravi: bravo il cantante, bravi i musicisti, suoni curatissimi, disco masterizzato a New York. Solo che non hanno il dono di travalicare gli angusti confini del genere in cui si iscrivono: quel nu metal emozionale che tanto successo ha presso una certa fascia di adolescenti di Mtv. Insomma, fanno la solita roba: tra Lacuna Coil e Evanescence (ché, checché ne dica Cristina Scabbia, fanno lo stesso genere), con qualche piccola influenza degli Alice in Chains e addirittura dei grungers Nickelback (questi ultimi solo per brevissimi tratti, per fortuna).

C'è l'immancabile ballatona metal ("Dreamer"), il brano con la strofa lenta e il ritornello aggressivo ("My medicine), i brani più pop e radio friendly ("It's getting dark" e "Sacrifice"). Come vogliono i canoni del genere, nei testi domina l'iperbole delle emozioni, con il protagonista che naviga mari, s'arrampica sugli alberi, vola nel vento e per cosa? Per difendere la propria innocenza. Pare un film di kung fu. E forse lo è.

I punti in questione sono due. Uno, questo disco piacerà sicuramente agli appassionati del genere. Due, si spera che gli Outsider esercitino sulle ragazzine lo stesso richiamo sessuale che Cristina Scabbia esercita sui maschietti. Perché - diciamocelo chiaramente - senza gnocche e gnocchi questa roba, vecchia e stravecchia, non vende.

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