Sperimentazione, psichedelia e un pizzico di folle talento
Yougurt è il titolo del nuovo disco degli Stringe, band friulana che già nel 2015 ci aveva dato un assaggio del suo talento con l'ep di debutto.
A distanza di cinque anni arrivano queste sedici mine di psichedelia pura miscelate con un'attitudine prog-rock di matrice anni Settanta. Un viaggio folle e spaziale attraverso brani minimali e altamente sperimentali (si ascoltino i trenta secondi dell'apertura "Shuai"), che lasciano poi spazio alle digressioni psichedelic-prog di pezzi come "Leaving" e "Zirt", due esplosioni di sonorità allucinate che restano comunque tra le più "normalizzanti" del disco. Quando parte "Maddamn" possiamo letteralmente sentire le vocine nel cervello, pulsanti come un cuore aggiuntivo al nostro corpo; "Anita" è una lo-fi ballad che concede un attimo di respiro prima di farci re-immergere nel flusso di colori e musica di brani ai limiti della pazzia ("Mr Costantini", "Lockness Ocean") e in sperimentazioni dall'attitudine lounge e jazz come "Y-Era".
Yougurt è un lavoro pieno di creatività e sperimentazione, un sottile velo di follia che ci prende per mano e ci infila dentro una centrifuga spazio-temporale dalla quale non si esce affatto indenni. Alla fine del viaggio ti senti stordito e rigenerato allo stesso tempo. Gli Stringe tirano fuori un disco caoticamente armonico, sfruttando tutto il talento compositivo a loro disposizione per regalarci uno degli album più affascinanti e inaspettati di questo 2020.
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La recensione Yougurt di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-09-13 09:44:28
COMMENTI (1)
talentuoso, originale. shuai sorprendente