K.E.M. Kagune K.E.M. Files 2 2020 - Rap, Hip-Hop, Trap

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Quarto lavoro di K.E.M. Kagune tra sonorità horror e testi discutibili

A due anni di distanza dal primo volume di K.E.M. Files, disco d'esordio del rapper lombardo K.E.M. Kagune, esce K.E.M. Files 2.
Continua questo progetto musicale connotato dall'utilizzo di strumentali che attingono dal mondo del metal e della musica elettronica.
Sono proprio le strumentali a svolgere il ruolo di protagonista all'interno del disco, per una serie di ragioni: in primis sono ben concepite e trasmettono una grandissima energia. Tracce come Dominio o Rockstar Games potrebbero addirittura ricordare il sound dei primissimi lavori di Salmo o dei DSA Commando.
Sono tracce impegnative, dall'enorme potenza di fuoco e dallo straordinario potere evocativo. Le atmosfere che portano con sé sono scure, cupe, ci troviamo di fronte ad un disco hardcore che sfiora l'horror hip-hop.
Accanto a suoni di questo tipo, però, K.E.M. Files 2 contiene anche tracce con sonorità decisamente differenti: Suzuki o Dookie (il feat. con Zyrtck, giovane trapper romano), per citarne alcune, si discostano completamente dal sound horror che connota, per la quasi totalità, i suoi album precedenti. In questi brani K.E.M. strizza l'occhio alla scena trap e confeziona dei brani più consoni al paradigma attuale del rap italiano. Autotune e basi più mainstream lo renderanno senz'altro un prodotto più appetibile e digeribile per un maggior numero di ascoltatori.

Un'altra ragione che rende le strumentali il vero punto di forza del disco sono i testi. Tutti i brani affrontano scenari tipici del gangsta rap, ma non solo. Droga, armi e nessun rispetto per le donne, che troppo spesso diventano “puttane”. Riflessioni su omicidi da compiere oppure no, e idee su come liberarsi dei cadaveri. Niente di fuori posto dato il genere hardcore, o horror hip-hop. Ma nemmeno niente di nuovo nè originale.
Nella prima traccia si sente addirittura (cito) “questo negro salta in aria, gioco a Killing Floor”. Personalmente interromperei lì l'ascolto del disco, a metà della prima canzone, nauseato. E per dirla con Method Man (che K.E.M. dovrebbe conoscere) “Nobody drops the N-bomb!” (la N-bomb è proprio quella parola lì, che chi ha la pelle chiara non dovrebbe utilizzare mai). Senz'altro K.E.M. Kagune non è il primo ad utilizzare il linguaggio in questo modo, ma ogni volta che qualcuno scrive una canzone si ripresenta a lui l'occasione di scrivere qualcosa di meglio del passato. Purtroppo siamo di fronte all'ennesima occasione sprecata.

  

 

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La recensione K.E.M. Files 2 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-04-18 14:16:49

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