Disco di Swed a cavallo tra jazz ed hip hop
Se dovessimo scegliere una parola sola, seppur controversa e dibattuta, per descrivere il suono che fuoriesce “Border Wall”, disco di Swed, incredibile e sperimentale, questa parola sarebbe “black”.
Black, come black è il jazz che qui svolge un ruolo strutturale. Black, come l'hip hop, presente in questo album non solo nei feat con Penny (Do Your Thang Records) o col Danno (proprio lui), ma nelle sonorità, nei campioni messi in campo e nell'indole di ogni traccia.
Swed, musicista della scena romana, trova il giusto feeling con il producer rap Rubber Soul e il musicista Benjamin Ventura e da alla luce sei brani unici, dalle sonorità ultra ricercate e dal livello di sperimentazione alto. Perché se è vero che il jazz e l'hip hop vantano la stessa ancestrale radice, è anche vero che un lavoro del genere, almeno in Italia, è un esperimento più unico che raro.
La prima cosa che colpisce l'ascoltatore è il timbro della voce di Swed: profonda, suggestiva, melliflua. Si muove con abilità tra spagnolo ed inglese, ed affrontando tematiche ostili si spinge in una critica serrata alla società contemporanea: dalle ingiustizie del mondo discografico al sistematico, criminale, impoverimento e distruzione dei paesi in via di sviluppo da parte delle cosiddette “potenze economiche”, e delle orribili conseguenze che ne derivano da un punto di vista umano.
La strumentale, a cavallo tra una jazz band e l'utilizzo dei campioni, è molto ricercata e ancor meglio diretta da Swed. Piano, batteria, basso e tromba contribuiscono a ricreare un'atmosfera unica, capace di interpretare, di volta in volta, il mood della situazione, il brano un questione. Più raro è lo scratch, ma il risultato che si ottiene scratchando su sonorità del genere è semplicemte straordinario.
L'apporto che danno i feat è notevole: Penny interpreta un brano molto melodico, cantato, con una voce, straordinaria, che qui trova il contorno giusto. Il Danno, come al solito, ci regala delle rime all'altezza della situazione in un brano dal sapore anni '30 e dal risultato più che convincente.
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La recensione Border Wall di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-03-29 14:05:00
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