Scrivere i propri pezzi in italiano non è affatto semplice: sembrerà scontato ripeterlo, ma è una profonda verità. Chi ci prova, non sempre riesce a partorire dei testi intimi, sinceri, belli. I Catherine hanno tirato fuori delle liriche proprio così: intime, sincere, belle. Parole che si legano ad altre parole, senza sforzi e senza fretta; parole ed immagini difficili da mettere in musica, perché siamo tutti un po’ poeti, ma sono in pochi a saper tradurre i propri scritti nelle melodie azzeccate.
In questo loro esordio il quintetto bellunese ce la mette tutta, cercando di curare ogni singolo dettaglio, di non lasciare nulla al caso. Purtroppo la ricchezza delle liriche, da cui eravamo partiti, sembra quasi dissolversi una volta traghettata dentro le note, dentro i suoni, dentro gli arrangiamenti; sono le parole, soprattutto, ad essere sotto i riflettori. La musica sembra essere stata scritta solo in funzione di queste. Amplificate da una voce sempre perfetta, rotonda, quasi sempre piena. Ma senza sfumature, senza un vibrato, senza nessun cambio improvviso.
Così la musica: ogni suono è pulito, limpido, messo sempre al posto giusto al momento giusto ma, anche qui, senza spiazzare mai chi ascolta, senza sorprese. Perché anche le sorprese sembrano essere ben studiate. Quasi ci si aspetta quel certo passaggio o quel preciso finale, il riff di chitarra che cerca di avvolgere dentro di sé quella voce ancora una volta senza sbavature, ma decisamente monolitica, per quanto si sforzi, il cantante, di modularla sulla ritmica e sui volumi. Persino la durata è pressoché omogenea in ogni brano, solo uno sfora i quattro minuti; uno spreco il fatto che i bellissimi intro del piano si assomiglino un po’ tutti.
Troppe sono le intuizioni colte e raffinate per definire questo disco solo di melodico stampo pop-rock (Perturbazione), troppo lontana ancora la semplicità espressiva del miglior cantautorato (Avion Travel, Mario Venuti). I Catherine sono ottimi musicisti, non c’è dubbio. Concedendosi qualche svista in più forse potrebbero sorprendersi e scoprirsi l’arte dentro. Sorprendersi e, soprattutto, sorprenderci.
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