Con il ritmo di valzer di “Lulù” e la sua fisarmonica che sembra raccontare favole d’Oltralpe si inaugura “Samsara”, il nuovo lavoro dei Magasin Du Café, un disco che sovrappone, scompone e fa abbracciare generi e influenze diverse che scorrono insieme in un'unica direzione, quella stessa del viaggio, in particolar modo il viaggio introspettivo attraverso se stessi, in cui non conta tanto la meta quanto le esperienze raccolte durante il percorso. Questo “scorrere”, da cui è stato ispirato anche il titolo del disco, come spiega la band nella presentazione “riguarda il fluire insieme. Vita, Morte e Rinascita” e dunque i brani si sviluppano animati soprattutto da una forte spiritualità.
Il ciclico procedere del tempo, dell’evoluzione e dell’umanità stessa si riassumono in queste dieci tracce attraverso uno spaccato di influenze che guardano oltre le epoche e oltre i confini tra le nazioni, accostando liberamente musette francese, richiami d’Irlanda, canti dei nativi americani e delle tribù d’Africa, influenze esotiche, orientali e molto altro, fino a giungere alle ambientazioni celtiche della classica “Greensleeves” con cui si chiude il disco.
Questa danza collettiva dei continenti trova le sue migliori rappresentazioni tra i ritmi pulsanti di “Jouets” e nella doppietta centrale formata dalla title-track, che incalza soprattutto nel finale, e da “War Simphony”, con la sua evoluzione irrequieta. Tutti gli episodi comunque contribuiscono ciascuno a modo proprio a suggellare un lavoro variopinto eppur coerente, che cresce ascolto dopo ascolto.
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