Cacofonia: è questo l’unico termine che mi viene in mente per descrivere i contenuti sonori di questo debutto discografico dei Muculords. Le ventisette canzoni proposte sono, infatti, una sequela di ritmi caotici ed isterici, una gazzarra di bordate ritmiche (metal, hard core…) che si fondono a ridondanti vocalismi, sfociando in una spiritata demenzialità.
Si tratta però di una demenzialità davvero troppo estrema, tanto da rifuggire ogni tentativo di interpretazione e lasciare solo ad una manciata di brani (“Gorebaciov” e “Mucum P.I”.) una parvenza di verve creativa.
Condizionata, poi, da una sostanziale ripetitività sonora, questa opera prima dei Muculords non riesce proprio a trasmettermi alcuna emozione che non sia l’impressione di ascoltare un impalpabile e provocatorio esercizio di stile.
Peccato. Perché quell’iniziale “Piano porca puttana, che si rompe tutto…” (mutuato dal film “Pappa e ciccia” interpretato da Paolo Villaggio) sembrava proprio il preludio ad un album folle, ma originale.
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La recensione Carpe Diem di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-10-05 00:00:00
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